giovedì 16 ottobre 2008

L'influenza della Spagnola

Sul fronte italiano
In Italia, il primo allarme venne lanciato a Sossano (Vicenza) nel settembre del 1918, quando il capitano medico dirigente del Servizio sanitario del secondo gruppo reparti d'assalto invitò il sindaco a chiudere le scuole per una sospetta epidemia di tifo. Di lì a poco scattò l'emergenza. Ma la spagnola, seppur uccise moltissimi soldati italiani, è nell'Austria Ungheria che colpì maggiormente, con circa due milioni di morti. Tra i soldati austriaci l'incidenza della mortalità fu quasi tripla rispetto ai soldati italiani: questo fu dovuto principalmente alla circostanza che i soldati dell'Impero austro-ungarico erano impegnati su più fronti (a Sud con l'Italia, a Ovest con la Francia) e quindi esposti a più fonti di contagio e anche perché la dieta alimentare dell'esercito austriaco era a base di carne, più energetica di quella dell'esercito italiano, che però era più vitaminica, basata su verdure e frutta.
È interessante notare come la storiografia tedesca attribuisca a questa diversa incidenza della spagnola la causa della sconfitta finale mentre in Italia, al contrario, questo aspetto non è mai stato molto approfondito. Terminata la guerra però la spagnola si diffuse ulteriormente, in quanto i reduci, tornando a casa, trasmisero il virus ai civili.

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